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Una turbina per proteggere la barriera corallina

28 Agosto 2020

EmiControls lavora a soluzioni innovative con turbina per la lotta agli incendi, la riduzione delle polveri e la sanificazione. Tra i progetti in corso ce n'è uno in collaborazione con ricercatori australiani per la protezione della grande barriera corallina.

Mentre tutto il mondo sta affrontando la pandemia del Coronavirus, in Australia la Grande barriera corallina è alle prese con il terzo sbiancamento di massa nel giro di cinque anni. Il riscaldamento globale e il conseguente aumento delle temperature dell’acqua fanno sì che i coralli respingano le alghe responsabili della loro colorazione, ma senza di esse moriranno di fame. Per proteggere la Grande barriera corallina, la più grande del mondo, con una lunghezza complessiva di oltre 2.300 km, un team di ricercatori sotto la guida del “Sydney Institute of Marine Science” e della “Southern Cross University” ha sviluppato l’innovativo progetto “Cloud Brightening”. Al centro c’è una turbina EmiControls.

Come funziona la turbina EmiControls

L’idea di base è la seguente: ogni secondo trilioni di piccoli cristalli di sale vengono estratti dall’acqua marina e spruzzati nell’aria da una turbina. I cristalli di sale vanno quindi a mescolarsi alle nuvole basse, in modo che queste diventino più chiare e riflettano una maggior quantità di luce solare verso lo spazio. Questo procedimento getta ombra sulla barriera e l’acqua marina si raffredda. Si tratta di un processo naturale che si verifica anche spontaneamente in natura: la turbina si limita ad accelerarlo.

Durante la sua ricerca di un partner idoneo per lo sviluppo della tecnologia della turbina, il team di ricercatori australiani si è imbattuto nell’azienda EmiControls. L’impresa altoatesina ha riconosciuto l’efficacia dell’idea e prodotto una sua turbina per questo importante progetto: la V22Cloud. Emicontrols sviluppa turbine per la lotta a emissioni e incendi e per la disinfezione di aree interne ed esterne e fa parte del gruppo Technolapin, leader in impianti di innevamento.

Il primo test è stato effettuato a fine marzo al largo della costa di Townsville, e si è concluso con esito molto positivo.

“Se riuscissimo a schiarire un po’ le nuvole per tutta l’estate, sarebbe possibile raffreddare l’acqua quanto basta ad arginare lo sbiancamento dei coralli”, ha dichiarato il dott. Daniel Harrison, membro della Southern Cross University e responsabile del progetto.

Daniel Harrison (Southern Cross University)

Tuttavia, anche se questo progetto funzionasse, non esiste una soluzione a lungo termine per proteggere la Grande barriera corallina.

Il dott. Daniel Harrison incalza: “Il progetto Cloud Brightening può farci guadagnare tempo, ma è imperativo ridurre l’impatto delle nostre emissioni. Questa è l’unica soluzione per salvare da morte certa il nostro prezioso ecosistema corallino”.