Aziende

Report di sostenibilità, uno strumento prezioso

2 Marzo 2022

Sempre più imprese decidono di pubblicare un loro report di sostenibilità. Assieme a Monica Girelli di Schwabe Pharma Italia siamo andati a scoprire come nasce questo documento e perché è così prezioso per le aziende.

Schwabe Pharma Italia è la filiale del gruppo tedesco Schwabe, leader mondiale del farmaco vegetale. In Alto Adige è presente da oltre 30 anni, quando decise di investire in Loacker Remedia, azienda che nel 2016 è stata acquisita interamente. Nel 2019 l’impresa con sede a Egna si allarga ulteriormente con l’acquisizione della Pegaso Srl di Verona.

Monica Girelli

L’attenzione e la cura della natura sono insiti nei prodotti di Schwabe. Non sorprende, quindi, che in questa realtà il report di sostenibilità non sia una scoperta recente, ma un percorso iniziato da quasi un decennio. Nel 2013 Monica Girelli lavorava in Pegaso. “All’epoca – racconta – la proprietà dell’azienda decise di puntare su questo documento grazie all’incontro con una esperta di sostenibilità e rendicontazione non finanziaria”. Si creò un gruppo di lavoro interno di due persone – una delle due era proprio Monica Girelli – e in ottobre iniziò un percorso che nei sei mesi successivi portò a coinvolgere una serie di altri attori. Dai membri del consiglio di amministrazione ai dipendenti, passando per consulenti, fornitori e venditori furono coinvolti gran parte degli stakeholder dell’impresa.

Il percorso verso il report di sostenibilità

La pubblicazione del primo report di sostenibilità, ad aprile 2014, fece emergere alcuni fattori importanti. “Per molti aspetti – racconta Girelli – l’azienda era intrinsecamente sostenibile ma non lo aveva mai valorizzato in un’ottica misurabile. Invece abbiamo capito che raccontare questo percorso poteva diventare anche uno strumento di marketing”. Nel tempo si sono aggiunte altre evidenze. Così ad esempio si intensifica l’attenzione alla selezione di fornitori che condividano l’approccio sostenibile, ci si rende conto dell’impatto creato dal packaging e dal trasporto dei prodotti.

Negli anni successivi il percorso continua e cresce il coinvolgimento di fornitori e, soprattutto, dipendenti. “Il report – spiega Girelli – diventa un’occasione di connessione tra i valori aziendali e gli obiettivi concreti da perseguire”.

Uno strumento in più per comunicare i valori

Il report di sostenibilità si trasforma pian piano nello strumento di presentazione istituzionale attraverso la riorganizzazione dei contenuti e la modernizzazione dell’aspetto grafico. “Nel 2017 abbiamo inserito all’interno del report anche i 17 SDG (sustainable development goals, ndr) identificando quelli significativi per la nostra azienda e arricchendo la rendicontazione attraverso la dichiarazione dei target specifici”, afferma ancora la responsabile del report di sostenibilità di Schwabe Pharma Italia. La misurazione degli obiettivi si conferma così elemento fondamentale per un report di sostenibilità completo.

Il 2019 è stato un anno di transizione: a seguito dell’acquisizione di Pegaso da parte di Schwabe Pharma Italia è iniziato un ulteriore percorso di condivisione dell’approccio e di formazione sul metodo con i colleghi della sede di Egna. Un percorso che nel 2020 ha subito un rallentamento a causa della pandemia.

Lezioni del passato e sguardo al futuro

La novità per il 2022 è la creazione di un “Sustainability network”, un gruppo di lavoro congiunto a cui partecipano rappresentanti di tutte le sedi nazionali, con lo scopo di arrivare alla stesura di un report di sostenibilità GRI per l’intero gruppo Schwabe. Il report si focalizzerà su tre grandi aree tematiche: emissioni ed energia (Carbon footprint/Impatto climatico), sostanze e materiali utilizzati (Supply chain) e Corporate social responsibility.

Un dettaglio della sede di Schwabe Pharma Italia a Egna: l’attenzione alla sostenibilità è anche a livello corporate

Guardando indietro, chiude Girelli, le lezioni imparate sono state diverse. “Devono esserci prima di tutto comunicazione e condivisione interna dell’impegno dell’azienda in ambito di sostenibilità. È importante avviare un processo interno di formazione e informazione sugli obiettivi e i risultati dei progetti di sostenibilità̀ implementati”. Un secondo aspetto da tenere in considerazione è la consapevolezza reputazionale. “Significa – spiega Monica Girelli – avere consapevolezza della propria identità sostenibile e della propria mission per poterle declinare sempre e comunicarle in modo trasversale attraverso tutti i punti di contatto tra l’azienda e gli stakeholders”. Infine serve coerenza nella comunicazione del brand: “Bisogna evitare dicotomie tra la promessa del brand verso l’esterno e i valori vissuti da dipendenti e manager”, chiude la responsabile del report di sostenibilità di Schwabe Italia.

Per approfondire l’argomento leggi anche l’esperienza di Oberalp.