Persone

La sostenibilità è un lavoro di squadra

14 Marzo 2023

Sempre più richiesta la formazione per figure specifiche in azienda. L'esperienza di Petra Zöggeler di Rothoblaas

La sostenibilità entra in azienda e richiede una svolta culturale. L’approccio verso i temi Esg (Environmental, social, governance) necessita di nuove competenze dentro le imprese. Secondo una stima servono al sistema industriale italiano oltre 4 milioni di persone formate specificatamente sui temi green da qui al 2026. Tra le iniziative che provano a rispondere a tale esigenza, c’è anche il Master formativo specifico Sustainability manager e Sustainability Practitioner organizzato da Assoimprenditori Alto Adige. Tra le partecipanti anche Petra Zöggeler, da cinque anni in Rothoblaas dove è Responsabile del management system e in cui segue il tema della sostenibilità. A lei abbiamo chiesto quanto stia diventando importante per le imprese avere collaboratori e collaboratrici che approfondiscano i temi Esg. 

Come si è avvicinata al master e per quali interessi?

In Rothoblaas mi occupo del management system integrato, ambito che ha sempre più a che fare anche con i temi della sostenibilità. Volevo seguire un percorso che affrontasse la questione a 360 gradi e mi fornisse un quadro complessivo del contesto. Partendo da concetti come responsabilità sociale dell’impresa, fino agli aspetti ambientali e di governance, ai riferimenti normativi e alle certificazioni attive. E nel master ho trovato tutto questo. Assieme ad esempi pratici portati da altre imprese e all’approfondimento di molti elementi, come il non financial report. Che non è solo un’analisi del passato, ma anche di ciò che l’impresa intende fare in futuro. Sempre con un’attenzione agli stakeholders.

Partecipanti e organizzatori del Master

Cosa comporta per l’azienda il concetto di sostenibilità?

La sostenibilità non comporta un mero rispetto formale delle norme. Ma implica per l’azienda una capacità di essere trasparente verso clienti, collaboratori, fornitori, banche e tutti i vari portatori di interesse. In questo senso, uno sforzo importante viene fatto nel reperimento dei dati relativi all’azienda e nella capacità di renderli significativi per l’esterno. In questo senso servono competenze interne che sappiano non solo raccogliere le informazioni, ma anche essere in grado di spiegarli e narrarli, sulla base del cosiddetto data storytelling.

Che ruolo riveste dunque la comunicazione aziendale della sostenibilità?

E’ fondamentale che si arrivi a comunicare solo dopo essersi posti degli obiettivi da raggiungere. Il report non finanziario deve quindi essere l’ultimo anello di una catena che parta dalla capacità di sostanziare azioni concrete di sostenibilità.

Nella vostra azienda su questo fronte cosa si sta facendo?

Si è già fatto molto e si continua a fare molto sul tema della sostenibilità. Di per sè un’impresa come Rothoblaas che ha un orizzonte di lungo termine ha già un approccio che va nella direzione di soddisfare gli stakeholders. Sul fronte delle azioni in essere, per esempio, abbiamo avviato l’anno scorso la misurazione della nostra carbon footprint, i cui risultati dovrebbero arrivare quest’anno. In questo modo, sapremo dove possiamo migliorare per ridurre le emissioni climalteranti.

Pannelli fotovoltaici sullo stabilimento Rothoblaas

I collaboratori e le collaboratrici vengono coinvolti in questo processo?

Sì. In Rothoblaas abbiamo persone che arrivano da tantissimi Paesi e da loro arrivano idee e stimoli. In questo aiuta l’aver avviato una serie di workshop per ogni reparto, ciascuno con un portavoce che ha poi portato proposte su come migliorare la sostenibilità aziendale. In totale sono stati 300 i suggerimenti, oltre trenta dei quali sono diventati progetti concreti. Anche quest’anno ripeteremo quell’esperienza che arricchisce la cultura aziendale in questo campo anche con altre iniziative. I portavoce, ad esempio, l’anno scorso hanno organizzato anche degli “special speeches”, degli incontri con persone che sono attive nel campo dell’economia circolare e della sostenibilità come ad esempio il presidente di Fsc Italia o una coppia lombarda che fa birra dal pane di scarto.

In azienda grazie ai suggerimenti dei collaboratori cosa è stato realizzato?

Tra l’altro, abbiamo creato una app per consentire a collaboratori e persone esterne all’azienda di acquistare in modo sostenibile da produttori locali – alimentari e non. Abbiamo rivisto tutta la politica degli imballaggi, pensato a gadget che abbiamo una vita più lunga e siano avviati al riuso, organizzato la logistica per ridurre le emissioni di Co2. Ci impegniamo poi a fornire i rifiuti elettronici a chi li può riutilizzare e vogliamo attivare uno scambio di prodotti di seconda mano in azienda. Abbiamo poi introdotto per alcuni prodotti la environmental product declaration che quantifica le informazioni ambientali sul ciclo di vita degli stessi e realizzato un magazzino automatico in legno unico in Europa. Ci impegniamo a promuovere la costruzione in legno con i nostri prodotti innovativi, per ridurre la C02 nel settore delle costruzioni.