Aziende

I frutti dell’industriosità

6 Dicembre 2022

Come dal genio dei fratelli Durst si è sviluppata l'industria a Bressanone, secondo datore di lavoro per numero di addetti dopo il settore pubblico

La storia procede per tentativi, successi e fallimenti. Il progresso e il benessere sono spesso frutto dell’ingegno e della tenacia. Due elementi che non mancano nella storia dei fratelli Durst, fondatori dell’omonimo gruppo, dal quale è di fatto nata la tradizione industriale a Bressanone. Dalla loro genialità, unita alla pragmatica lungimiranza della famiglia Oberrauch, è sorta una industria capace di gemmarne altre tanto da far diventare la valle che si dipana attorno a Bressanone la Silicon Valley dell’Alto Adige. A raccontare la vicenda di una delle imprese iconiche della nostra provincia e della zona industriale di Bressanone sono stati due grandi industriali. Federico Giudiceandrea, past-president di Assoimprenditori e fondatore di Microtec, e Harald Oberrauch, della famiglia che oggi gestisce la Durst SPA e le altre aziende del gruppo.

Una storia che diventa patrimonio comune

Teatro della narrazione la giornata dedicata ai fratelli industriosi organizzata presso la sala Pluricomprensivo di Via Prà delle suore a Bressanone e organizzata da UPAD in collaborazione con il Comitato di Educazione Permanente di Bressanone “Evvivabressanone”, il Comune di Bressanone, il Movimento Universitario Altoatesino. Pubblico: la mattina gli studenti di quattro istituti: Fachoberschule Julius und Gilbert Durst, Landesberufsschule Christian Joseph Tschuggmall, Scuola professionale Enrico Mattei e l’Ite Falcone e Borsellino e il pomeriggio la cittadinanza tutta.

Da sinistra Del Piero, il sindaco Brunner, Giudiceandrea, Oberrauch, Beppe Mora

I fratelli Durst e la forza della curiosità

Nel 1929, anno del grande martedì nero alla Borsa Usa e della successiva Grande depressione, i fratelli Durst, Julius e Gilbert, si mettono in proprio. Sono pionieri della fototecnica e a loro si deve la prima macchina fotografica automatica. Julius è considerato l’inventore tra i due, Gilbert, il manager. Nella storia della Durst, la distruzione creativa propria delle aziende innovative, è filo conduttore della vicenda aziendale, segnata da alti e bassi, da affermazioni e delusioni commerciali. Ma sempre, per dirla con le parole di Harald Oberrauch, presidente del gruppo Durst-Alupress, con lo spirito di chi non si arrende e continua a provare e riprovare, cambiando strategia per adattare l’azienda ai nuovi tempi e a un mondo che si modifica in fretta.

L’incontro decisivo con gli Oberrauch

Harald Oberrauch e Federico Giudiceandrea

Per quattro lunghi anni i due sperimentano i loro brevetti, per poi riconoscere che, senza un sostanzioso capitale non avrebbero potuto testare i loro congegni per apparecchi fotografici. Cercano un finanziatore adatto e lo trovano nella fabbrica di articoli di pelle Alois Oberrauch und Söhne, fondata nel 1865 a Bolzano. Nel 1933 la collaborazione tra Oberrauch-Durst viene siglata. Tutto ciò che riguardava la parte tecnica cadeva nelle competenze dei Durst, la parte commerciale fu presa in mano dalla famiglia Oberrauch. Tanti i brevetti tra cui apparecchi per ingrandimento, macchine copiatrici, innovativi telai per negativi e l’autofocus. Nel 1936 fu fondata ufficialmente la ditta “Durst Phototechnik AG”. Il grande spirito d’inventiva e piccole ma decisive innovazioni aprirono presto alla Durst il mercato mondiale.

Nel settore produttivo lavorano 2.000 persone

La Durst è stata soprattutto la pioniera dell’intraprendenza industriale e tra le prime a insediarsi nella zona industriale di Bressanone. Una storia non sempre facile quella dell’area destinata agli insediamenti industriali – ha chiarito Giudiceandrea – come dimostra la protesta della popolazione locale contro il possibile insediamento della Continental negli anni ’70, che poi non si realizzò. Ma da allora, le cose sono cambiate. La zona industriale ha continuato a espandersi e a diventare sede di un comparto che oggi è il primo datore di lavoro privato con quasi 2.000 occupati e il secondo in assoluto se si considerano i 2.400 addetti del settore pubblico. Quasi un posto di lavoro su tre a Bressanone è quindi collegato al settore produttivo. L’area industriale del capoluogo della valle Isarco si estende per circa 70 ettari ed è la più estesa dopo Bolzano, Merano e Brunico. Nata come risposta a una esigenza di lavoro che veniva dalla città, l’industria a Bressanone si è potuta sviluppare ancora grazie alla sinergia con la popolazione e l’amministrazione locale.

Federico Giudiceandrea

La gemmazione di aziende innovative nella Silicon Valley altoatesina

E così, trovando spazio e terreno fertile, l’industriosità si trasmette attraverso le competenze e l’esempio. E genera, anzi gemma, per usare un termine coniato da Giudiceandrea, nuove imprese innovative e creatrici di soluzioni sempre nel campo delle tecnologie della luce, da cui tutto è partito con la Durst. Ecco, allora, la presenza di imprese come la Microtec dello stesso Giudiceandrea, la TTcontrol, la Barbieri solo per citarne alcune. Che hanno fatto rete: assieme a Durst, Alupress, Mpd e Microgate, hanno dato vita a Covision Lab, consorzio che si occupa della Computer Vision. Ma sempre a Bressanone è nato Innovalley, realtà che punta a fare della zona un luogo per inventori e innovatori industriali.

Harald Oberrauch

Il messaggio dei Durst che ritorna

Alti e bassi, grandi successi ma anche delusioni e fallimenti. I tops e flops passano, ha evidenziato Harald Oberrauch nella sua relazione agli studenti. Quello che resta è il messaggio e la lezione della grande avventura avviata dai fratelli Durst con il supporto degli Oberrauch. Ed è scritta nella storia del gruppo Durst, che nelle parole di Oberrauch diventa metafora dell’esistenza e del senso profondo della vita. Quello che dovrebbe insegnarci a provarci, non adeguarsi al mondo ma cercare di trovare soluzioni per renderlo più adatto a noi, a guardare le cose da una prospettiva diversa, circondarsi di persone di grande valore, di provare nuove strade e di rimanere “foolish” come diceva Steve Jobs. Sono le regole del successo elencate da Oberrauch agli studenti, nell’auspicio che germinino in alcuni di loro i semi dell’industriosità e che qualcuno sappia ricalcare le orme dei geniali, brillanti fratelli Durst.

L’affollato incontro tenutosi a Bressanone