Persone

Come parlare di lavoro alle Next Gen

7 Giugno 2023

Le aspettative dei giovani sulla propria occupazione sono radicalmente cambiate. Marianna Poletti fa il punto sul tema e propone un nuovo approccio alle aziende

Il mondo del lavoro è cambiato. Anzi, le sue regole, a seguito dei cambiamenti introdotti durante il Covid, sono state stravolte. In particolare le nuove generazioni, le Next Gen, hanno un approccio totalmente nuovo rispetto al posto di lavoro. E le imprese, se vogliono attrarre e trattenere il personale che appartiene alle coorti demografiche più recenti, devono cambiare il modo di comunicare la propria identità e i propri valori. Parola di Marianna Poletti, giovane imprenditrice milanese, che ha parlato del tema durante il suo intervento all’Assemblea Generale di Assoimprenditori Alto Adige. Lo ha potuto fare con la consapevolezza derivante dalla sua attività, che da otto anni la mette a contatto diretto con chi cerca e offre lavoro. Poletti è infatti Founder e Ceo di Just Knock srl, piattaforma europea di Blind Recruitment che permette di trovare lavoro inviando idee al posto del curriculum. Ecco alcuni passaggi della sua relazione dal titolo: “Generazione Z: come pensa, cosa la ispira, come si raggiunge”. La Gen-Z è quella dei nativi digitali, nati tra il 1997 e il 2012.

Un senso al tempo di lavoro, il Covid come spartiacque

“Partiamo da un numero: 1.600 ore. Sono quelle che passiamo mediamente al lavoro. Oggi i giovani in particolare chiedono che il tempo trascorso al lavoro abbia senso e sia in linea con le proprie aspirazioni e il consenta di gestire il proprio tempo”. Ma come si è giunti a una concezione dell’occupazione così diversa  rispetto a quella del passato? “Le regole del lavoro sono state stravolte, uno spartiacque in questo senso è stato rappresentato dai grandi cambiamenti introdotti durante il periodo della pandemia” sottolinea Poletti. La rivoluzione digitale unita alla riorganizzazione delle modalità di lavoro culminata nello smart working ha contribuito alla svolta, che già stava covando sotto la cenere.

Next Gen o la ricerca di valori in azienda

Ma cosa cercano le nuove generazioni quando pensano a un lavoro? Sono più attenti ai valori che l’azienda incarna. “Per dirla con una frase che inquadra bene la trasformazione che si è venuta a creare: i giovani oggi non cercano più un lavoro ideale, ma un ideale nel loro lavoro” chiarisce ancora Poletti. E lo dimostrano alcuni dati relativi a ricerche sulla Generazione Z. Come il fatto che il 58% di essi predilige la cultura aziendale allo stipendio nella scelta di un lavoro. O che il 75% ritiene determinante gestire il proprio tempo, secondo il concetto non più di work-life-balance ma di work-life-integration.

Come parlare con loro, come raggiungerli

I suggerimenti di Poletti alle aziende partono da un assunto: occorre cambiare il modo di pensare alle Next Gen e, di conseguenza, di comunicare con loro. “L’azienda deve essere autentica nella propria comunicazione. E deve parlare maggiormente di ciò che incarna e di ciò che è in termini di valori e di cultura aziendale. Le nuove generazioni cercano sul lavoro valori da condividere” afferma l’imprenditrice. Occorre poi raggiungere i giovani con una strategia di comunicazione autentica, originale che parli di cultura aziendale e sia motore di Employer Branding per dire chi fa che cosa e come nell’impresa. Per essere efficace, deve servirsi dei canali di informazione adatti. A partire dai social più usati dai ragazzi e dalle ragazze come Tik-Tok (“all’inizio ero scettica, poi ho capito che occorre usare il loro linguaggio e i loro media se si vuole raggiungerli”), Spotify, Linkedin e così via.