Persone

Cosa significa flessibilità

21 Juni 2018

Rispondere ad un annuncio in internet, partire da Genova per un colloquio di lavoro in Alto Adige e poi rimanerci: la storia di Luca Sartore (Apparatebau Srl).

Ai futuri collaboratori le aziende chiedono una buona formazione di base, ma anche apertura mentale, voglia di imparare e di mettersi alla prova, disponibilità a muoversi. E Luca Sartore l’ha fatto! “Dopo la maturità ho iniziato a guardarmi in giro per cercare un lavoro e in internet ho trovato l’annuncio di un’azienda altoatesina che cercava un perito tecnico. Era proprio quello che avevo studiato! Ho mandato il curriculum, che a 19 anni non era certo molto ricco, e dopo poche settimane la mia – attuale – collega Bianca dell’ufficio personale della Apparatebau mi ha telefonato per invitarmi ad un colloquio. Non ci potevo credere! Allora non avevo neppure la più pallida idea dove fosse Laghetti”, ricorda il giovane Luca Sartore che dopo le medie si era iscritto al liceo scientifico “perché ci andavano i miei amici” ed è poi passato all’allora istituto tecnico industriale, indirizzo meccanica perché “ero decisamente più portato per le materie tecniche”. Era novembre 2011.

Parola d’ordine: essere aperti

La strada che ha portato Luca a diventare un altoatesino d’adozione è molto breve. Nell’arco di poche settimane ha fatto il colloquio, è stato assunto, si è trasferito a Laghetti e dopo sei mesi di prova ha avuto la conferma del contratto. Da allora sono passati sei anni e mezzo e Luca è sempre ancora alla Apparatebau Srl, l’azienda del Gruppo tedesco Gronbach, specializzata nella fornitura di soluzioni e sistemi in acciaio, in particolare per il settore degli elettrodomestici. “Ho iniziato in produzione, facendo i turni all’impianto di assemblaggio. Ero affiancato al capoturno che gestiva la linea produttiva ed ho lavorato a tutte le postazioni per imparare bene come funziona tutto il processo. Poi sono diventato io il capoturno e poi ancora caporeparto con la responsabilità di coordinare una quindicina di colleghi, tutti più anziani di me, di età e anzianità di

Al lavoro con il sorriso

servizio. Ma questo non ha mai rappresentato un problema, né per loro né per me. Il clima che si respira all’interno dell’azienda è sempre buono e collaborativo”, racconta Luca che dopo tre anni ha nuovamente cambiato mansione, lasciando la tuta ed indossando la camicia. L’azienda gli ha, infatti, offerto un incarico di project manager e lui naturalmente ha accettato.

Dall’idea al prodotto finito

Seguire un progetto dalla A alla Z: è questo che fa un project manager che per Luca significa seguire lo sviluppo di un prodotto dall’idea all’industrializzazione per accompagnarlo fino alla produzione in serie ed avere così una visione complessiva di tutto il progetto. “Quando l’azienda decide di cercare di dare una risposta ad una particolare richiesta di un cliente o del mercato, allora entro in campo io. Il mio compito è fare innanzitutto un’analisi di fattibilità con il coinvolgimento di tutte le persone interessate ed un relativo budget. Devo costantemente tenere i contatti con tutti e fungere per così dire da anello di collegamento tra i vari reparti. Il lavoro è molto vario e tutt’altro che monotono. Ogni progetto comporta una nuova esperienza che arricchisce e fa crescere; è questo uno degli aspetti che mi piace maggiormente. Anche gli anni passati in produzione sono stati intensi e stimolanti dal punto di vista professionale e personale. Ho imparato tantissimo!”, spiega Luca che ormai si è innamorato dell’Alto Adige e delle sue montagne, a cui dedica tutto il tempo libero: arrampicata in estate e scialpinismo in inverno sono le sue grandi passioni che l’hanno portato anche a frequentare il corso per entrare nella squadra di soccorso alpino. Luca non sa cosa gli riserverà il futuro; ha tutta la vita davanti, è ottimista ed è aperto a nuove esperienze, ma sa anche apprezzare l’importanza di stare bene dove ci si trova al momento.

Estate o inverno: Luca è sempre in montagna